Squinternati nasce a Roma nel gennaio 2015
Sono un manipolo di curiosi, provenienti dai luoghi più disparati, seguono un paio di laboratori
DIRE LEGGERE INTERPRETARE e poi decidono e mi dicono: "vogliamo fare teatro". Sono 10. Cerco di dissuaderli timidamente ma poi capisco che va anche a me (e parecchio) di condurli in quel mondo che tanto li affascina. E poi qualche volta ci mangiamo la pizza al "Biondo Tevere" dove si può chiacchierare in santa pace perché non c'è la televisione.
Come chiamarci? Scoppia il toto-nomi ma rassicuro "il nome verrà da sé, inutile forzare". Si cambia sede ogni settimana tanto da supporre di chiamarci “Senza sede” o “Senza pace” o magari perfino "Senza speranza"; mesi dove ce n'è già abbastanza per mollare tutto. Però noi ci divertiamo. E finalmente ci accoglie il Centro Culturale Artemia, un centro culturale con un teatrino in zona Portuense dove si fanno varie attività culturali e ci sono due sorridenti e intraprendenti gestori: Riccardo e Paola. Habemus sedem.
Loro iniziano a comprendere il linguaggio del teatro, il rigore, l'ascolto, e improvvisiamo, tantissimo, come bambini. E poi la maestra (che sarei io) ci pensa su e propone un testo che è un bel po' che vorrebbe mettere in scena “Pinocchio”.
Loro non se l’aspettano ma ci buttiamo nella costruzione dello spettacolo. "In Pinocchio c'è tutto, fidatevi ". Il passaggio non è semplice, capiscono che devono impegnarsi davvero: 3 abbandonano, il gruppo scende a 7. Siamo 8 con me.
Proseguo, ci credo, fino in fondo. E anche loro.
Il nome è arrivato:
Squinternati. Senza quinte, perché in scena non abbiamo nulla, ma nulla davvero, nemmeno le pere di Geppetto.
Squinternati perché un po' "fuori" in questo gruppo lo siamo tutti. Maestra compresa.